mercoledì 3 aprile 2013

Attori si nasce, comparse...pure


Quando una persona si presenta a te davanti a una finestra in una giornata di sole, difficilmente riesci a vederla. Sei abbagliata dalla luce e ti lasci guidare dal suo profilo, dai suoi movimenti, dalle sue parole, dai suoi gesti. Fatichi a guardare dalla sua parte ma ti accontenti di quel po’ che vedi. Dici che sono altre le cose che contano. La sua anima per esempio: per vedere la sua anima non serve la luce, non serve guardare. L'anima si assapora attraverso altri sensi. La gusti e la trovi sensibile al tatto, sottile, hai quasi paura di romperla. Te ne prendi cura e la custodisci nel tuo seno in modo che nemmeno un alito di vento possa screpolarla.
Poi arriva la notte e la finestra non è più illuminata. Oltre al profilo vedi anche i tratti più piccoli del volto, delle mani, e capisci che quella voce, quell’anima, appartengono a una persona che non conosci. La cosa peggiore è che sapevi già cosa ti sarebbe successo; ormai è un copione che volta dopo volta si ripete, cambiano solo le comparse.
Sì perché di comparse si tratta, non di attori. Gli attori sono capaci di recitare e lo fanno fino in fondo. Le comparse no, quelle imparano poche battute, recitandole nel peggiore dei modi e su tutti i palchi dei teatri che apriranno loro le porte.
Hanno la presunzione di salire sul palcoscenico della tua vita ma non hanno ancora imparato che ogni palcoscenico è a sé. Non si accorgono che sullo sfondo del tuo palcoscenico c’è una scenografia diversa, che tu stai recitando un copione di cui non conoscono le battute, che i ballerini di scena ballano su altre note finora mai ascoltate, che i costumi che indossi sono di diversa fattura e decorati con gemme preziose, che il pubblico che le sta a guardare è un altro, non è più quello del giorno prima.
Poi arriva il momento in cui da soli, senza nemmeno aspettare che si chiuda il sipario e finisca la recita, decidono di abbandonare la scena. Il sipario rimane aperto, il pubblico pagante è insoddisfatto e tu devi improvvisare per far sì che niente del lavoro che hai duramente fatto fino ad allora venga perduto o criticato.
La vita del protagonista è difficile ma guai a non essere protagonisti della propria vita. Chiunque sia la comparsa che si presenterà sul mio palcoscenico, non le permetterò che unga, strappi o cambi il copione della mia vita. Il pubblico sa discriminare un testo da una frase improvvisata a caso, e non servono costumi bardati di fiori per mascherarsi e apparire migliori di quelli che siamo. I fiori prima o poi appassiscono, le gemme brilleranno per sempre.

 

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