martedì 23 aprile 2013

Compagno di sbronze



Non potevo scegliere un Compagno di sbronze migliore di lui. Nonostante avesse scritto un grosso Taccuino di un vecchio porco devo ammettere che è stato un Factotum d'eccellenza.
Mangiando un Panino al prosciutto seduto al Post Office, osservava le Donne: le gustava, le sorseggiava e le amava al punto da far loro le solite Confessioni di un codardo. La sua donna, ingelosita, gli urlava contro "Tutti gli stronzi a me". E le sue Urla dal balcone arrivavano fino all'ippodrono dove, con sigaretta e birra, Hank puntava su Un cavallo da 340 dollari e una puttana da 100. L'ammaliava, la seduceva per poi abbandonarla alla sua sciatta vita, come in un Pulp, una Storia del XX secolo. Per conquistare le donne mostrava loro una Svastica, tatuata A sud di nessun nord, in quel punto preciso dove arrivano le note di una Musica per organi caldi. "Hei Kafka, Niente canzoni d'amore oggi?" gli chiedeva L'ubriacone. "No, non oggi. Scrivo poesie solo per portarmi a letto le ragazze" rispondeva serio.
Amava scrivere Storie di ordinaria follia, e Azzeccare i cavalli vincenti all'ippodromo, dopo aver fatto la sua solita spesa: Birra, fagioli, creckers e sigarette, specie se Il capitano è fuori a pranzo. Ma quali sono le vere Confessioni di un uomo abbastanza folle da vivere con le bestie? Beh, Shakespeare non l'ha mai fatto ma..."Quello che mi importa è grattarmi sotto le ascelle."

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