venerdì 3 maggio 2013

la filastrocca del segreti che pesano


Questa filastrocca è dedicata a tutti i bambini che soffrono in silenzio e che portano in fondo all’anima dei segreti talmente pesanti che si fa fatica a tirar fuori.

Ma è dedicata anche agli adulti e a quanti non ce la fanno, a quelli che cadono e scelgono di non rialzarsi più, a quelli che sono costretti a nascondere il proprio dolore per paura di ferire gli altri, a quelli che hanno deciso di indossare una maschera che sorride, anche se poi la stessa viene usata come scusa per colpire alle spalle.

Questa filastrocca è dedicata anche a me.

Ho nascosto quella cosa in fondo a me perché se non la vedo, lei non c’è
Non ne parlo per non essere più triste perché se non la dico, non esiste
Ma laggiù in fondo a me, nel buio denso anche se non la vedo, io ci penso
E lei beve quel buio come inchiostro e cresce sempre più, diventa un mostro
Ma io so cosa ai mostri fa paura il sole, che taglia in due la notte scura
Apro la mia finestra a questo sole ed apro la mia bocca alle parole
Ne parlo con la mamma, con l’amico, tu mi spaventi, mostro?… E io ti dico!
E tu ti sciogli in un po’ di porcheria mi dai un ultimo morso, e fuggi via
Mi rimane una bella cicatrice dov’è scritto: “mostro morde, uomo dice”.


bruno tognolini, Da Le filastrocche della Melevisione

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