domenica 6 dicembre 2015

Màepà


Non sono madre e certo ho una visione diversa da chi, oltre ad essere figlio è pure genitore. Io ho solo un punto di vista ma credo di avere una sensibilità tale da riuscire a capire. Ho avuto due genitori che mi hanno cresciuto trasmettendomi i valori più importanti che si possano volere per un figlio: lealtà, fiducia, onestà. A volte mi è parso che questi valori non mi avessero portato a buoni risultati ma mi sono ricreduta sempre. Ora che sono grande e non devo più aspettare che mio padre mi allunghi il vino con l'acqua perché possa berlo, o che sia mia madre a dirmi di mettere la maglia pesante, ora che sono molto più fragile di fronte alle difficoltà che sono sempre più pesanti, devo mentire ogni giorno perché è il solo modo per preservarli da eventuali carichi. Ora che la vita li sta mettendo a dura prova, ogni giorno inizia con un chissà e finisce con un sospiro di sollievo. La paura di arrivare tardi, di essermi distratta più del dovuto, la paura di non aver fatto o detto abbastanza, il senso di colpa per non averli ringraziati a sufficienza, rendono un'immagine distorta di me agli occhi altrui. Ma più passa il tempo più la paura aumenta.
I miei genitori hanno fatto solo le scuole dell'obbligo perché la vita li ha portati altrove sin da piccoli ma mi hanno insegnato a leggere e a scrivere perché attraverso un libro potessi volare, liberarmi, conoscere, viaggiare. E da poco ho la certezza di quanto importante sia scrivere perché possa rimanere qualcosa di me anche dopo. Nonostante le nuove tecnologie, la calligrafia credo sia la cosa prima che rimane impressa nel dopo a chi ci ricorderà, perché ogni qualvolta prenderanno quella lettera toccheranno con le dita il peso del nostro affetto attraverso il segno della penna inciso sulla carta, sentiranno il profumo dell'inchiostro, le sue sbavature dovute alle lacrime cadute sul foglio. Conservo come un cimelio le pagine di cartoncino del mio primo album fotografico dove mia madre segnò passo passo i miei progressi: le prime parole, il mio primo giocattolo, il primo dentino, i miei primi passi. Nella sua calligrafia elementare vedo la sua semplicità che mi emoziona ogni volta, negli errori ortografici vedo la donna che ha dovuto crescere in fretta e prestare le sue attenzioni ad altro.
Lasciate da parte le chat. Scrivete a mano ai vostri figli. Saranno fieri di leggervi tra le righe della vita.

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